Le origini di I Romiti del Torrente risalgono all’epoca romana, quando si pensa che sia servito da posto di guardia fortificato per l’esercito romano.
La sua posizione strategica e il suo perfetto orientamento per la coltivazione delle colture garantivano un futuro con ruoli di natura molto diversa. Nel 1214 gli abitanti della vicina Trassilico regalarono le terre e gli edifici fertili, allora noti come l’Eremo di San Galgano, agli eremiti che vi avevano preso dimora.
Tra questi, Fra Stefano divenne un membro fondatore degli eremiti toscani, che si è evoluto nell’Ordine di Sant’Agostino. I monaci costruirono un’imponente chiesa per servire la comunità locale e il monastero prosperò per più di due secoli. Di mentalità commerciale e ben educati, i monaci forgiarono il ferro nella valle sottostante e il famoso tesoro che si diceva accumulassero non era altro che i metalli preziosi che trovarono nelle montagne circostanti. Tuttavia, quando la popolazione si trasferì nella città, i monaci lottarono per mantenere il sito e nel 1461 fu chiuso con i tre fratelli rimasti, inviati a un monastero di Lucca. Il sito fu poi venduto dall’Ordine a una famiglia locale nel 1550, con la chiesa ancora attiva sotto la curatela della chiesa locale di Fabbriche di Vallico. Sotto una successione di proprietari privati il sito fu ampliato per creare una tenuta agricola che coltivava frutta, noci e viti sulle terrazze esposte a sud. La chiesa fu ampliata per fornire una considerevole cappella di famiglia.
Nel XX secolo, le leggi italiane sulla successione avevano portato a divisioni nella proprietà della chiesa, della terra e degli edifici. La chiesa fu sconsacrata e la guerra e lo spopolamento nell’area videro un declino e l’eventuale abbandono del borgo un tempo fiorente.
Il restauro di I Romiti, iniziato nel 2011, è stato realizzato da artigiani locali utilizzando materiali locali e con un’attenzione scrupolosa alla conservazione del tessuto storico. La sostenibilità è stata al centro dell’approccio: la sorgente montuosa da cui i monaci hanno attinto le loro acque e irrigato le loro colture fornisce ancora l’approvvigionamento idrico e i sistemi di gestione dell’energia e dei rifiuti all’avanguardia garantiscono un impatto minimo sull’ambiente.